Aria fresca!

04.10.2024 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico De Luca
Aria fresca!

Dal maggio 2012 sono arrivato alla 1.169° puntata di "Stazione di sosta". Credo anche i tre fedelissimi tre abbiano spesso sorriso ai divertissements, ma alla fine il calcio è una cosa seria, pur con tante storture. In genere vince chi lo merita, perché ha lavorato meglio, commesso meno errori o talvolta, ma raramente, baciato dalla fortuna. E' chiaro che, se uno ha vissuto e vive per questo sport meraviglioso, vederlo ridotto in queste condizioni non è accettabile. Se, quando giocavo, mi accorgevo che si era voluto costruire uno stopper forte fisicamente ed eccellente di testa solo per annullare la punta avversaria, era la prima cosa che denunciavo, appese le scarpe al chiodo e iniziato il giornalismo. Avevano dimenticato di fargli i piedi. Notavo che per me l'area di rigore era seminata. Non facevo quasi mai gol, perché non l'avevo nelle corde. Metterla dentro è cosa rara.

Ho confezionato, con amici, un annuario tecnico-statistico di 1.300 pagine. Costava 120.000 lire. Si potevano preparare le partite. Era un inno al gol. Presentava anche i dati relativi al tempo effettivo e si sperava che sparissero le differenze dei minuti giocati a fine campionato tra una squadra e l'altra. Insistevo nel dire che si dovevano curare in modo maniacale le palle inattive, perché propiziavano un notevole numero di gol. Ho visto mettere il "coccodrillo" dietro la barriera e il cartello per il recupero in mano al quarto uomo, ma non 30' per tempo. Né si è imparato a disporsi sulle punizioni dirette o sui calci d'angolo. Vedete un uomo ballare davanti a chi batte per impedire la precisione o uno sul palo per restringere i 7 metri e 32 al portiere?

Potrei continuare parlando dell'uso dell'esterno piede, vietato alla più parte, perché i nostri istruttori hanno dimenticato di insegnarlo. E che dire della Scuola di Coverciano, che ha una bella location, ma si è dimenticata di preparare manager, allenatori e istruttori? Non si è ancora capito che il calcio non si insegna sui banchi, ma è una trasmissione di esperienze? Ebbene, che cosa aspettano a passare la mano questi signori, che hanno ingessato il calcio grazie al 34% dei Dilettanti, al 20 dei Calciatori e al 10 degli Allenatori? Non si rendono conto del danno fatto per non aver partecipato a due Mondiali e mancato in modo incredibile l'ultimo Europeo? E l'autonomia degli arbitri non doveva essere una cosa decisa da tempo, mentre si vogliono tenere in controllo per avere in mano le società? Peccato non si abbia la dignità di dimettersi! 

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