Mauro e Neno

03.03.2025 08:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Mauro e Neno

Fanno morir dal ridere quelli che dicono che il calcio è cambiato. Potrei partire dal Grande Torino del Comm. Novo e Valentino Mazzola, continuare col Real di Di Stefano e Gento, il Benfica di Eusebio e Simoes, il Reims di Kopa e Piantoni, l'Honved e l'Ungheria di Puskas, Czibor e Hidegkuti, per arrivare all'Inter di Helenio Herrera e assistere a innovazioni epocali, velocizzazioni e allenamenti veri con tanti palloni in campo. Poi pressing, psicologia di gruppo e training autogeno. H.H. aveva idee offensivistiche e le inseriva nel contropiede all'italiana. Guadagnava 45 milioni, più dei 24 milioni di euro di Simeone all'Atletico Madrid, da poco ridotti a 17. Il Mago era avanti a tutti, fin da quando in Spagna vinse due Liga con l'Atletico e due col Barcellona.

Era così sensibile alle novità che, quando saliva alla Pinetina Mauro Franceschini, interrompeva l'allenamento per parlare col talent scout toscano. Franceschini, detto "il Pisa", aveva una fattoria a San Casciano e un bagno a Marina di Pisa, ma la sua passione era costruire calciatori. Sapeva come li volevano e li accontentava: alti, belli, muscolosi, perfetti e Bonacchi, Bicchierai, Bruschettini, Biagini, Tacconi e compagnia finivano in Serie A, pagati a peso d'oro. Godeva la stima del Mago, ma per altri era quello che si presentava al mercato con i pantaloni legati con lo spago, la t-shirt bianca che non copriva la pancia e i sandali. Fino Fini e Anconetani le vittime preferite dai suoi lazzi.

Dopo l'Inter si arriva a Rinus Michels, che costruì l'Ajax pezzo su pezzo a partire dal 1965. Da calciatore aveva avuto l'inglese Jack Reynolds allenatore e imparato i primi rudimenti. Nel '71 passa al Barcellona e lo sostituisce Stefan Kovàcs. Il romeno lascia che i ragazzi facciano la loro vita e ottiene risultati fantastici. Quando l'Ajax non rielegge Cruyff capitano, Johan raggiunge Michels. Divenuto allenatore, traghetta il calcio totale verso il 2000, prima che Guardiola, l'allievo prediletto, lo ammoderni col tiki-taka e al City.

Se qualcuno si meravigliasse perché non compare un italiano, sbaglierebbe. Si chiama Neno Fascetti, quello che ha un archivio come nessuno, ha vinto 5 campionati di B, 1 di C, 2 Dilettanti e vanta una salvezza con la Lazio, partita a -9. Con la sua "disorganizzazione organizzata" metteva tutti in difficoltà. Giocare contro il Varese e il Lecce era peggio che affrontare l'Atalanta di Gasperini, quella che Guardiola voleva evitare, preferendo una seduta dal dentista. 

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