Juric e l'Elfsborg
La Roma pensava di disputare un'amichevole con l'Ostia Mare, altrimenti non avrebbe spiegazione la formazione messa in campo contro l'Elfsborg. Inutile ripetere che gli allenatori fanno il mestiere più difficile del mondo e sono sopravvalutati, perché i contratti, sul piano economico, in Serie A non diminuiscono e continuiamo ad assistere alle invenzioni. Chi va a giocare in Svezia sa di trovare squadre forti sul piano fisico-atletico. Non molleranno mai. Sarà dura se non si correrà altrettanto, ma alla fine la componente tecnica avrà il sopravvento. Dovrebbe essere un film già visto. Juric, invece, presenta una Roma con in panchina Dovbyk, Dybala, Cristante, Pellegrini, Mancini e El Shaarawy, facendo capire che sarebbe stata una passeggiata.
A prescindere dal fatto che in campo internazionale sottovalutare qualsiasi avversario non è consigliabile, quando al 64' cerca di correggere con i migliori non ci riesce. La partita si prepara in settimana. E' tardi, anche se ci pensi al mattino, rimetterla sul binario giusto. Insisto nel dire che fare il turnover alla quinta di campionato è un non senso. Quando vedo novità ad ogni piè sospinto, rimango stupito. Tutti vogliono giocare e le formazioni dovrebbero cambiare per infortuni e squalifiche. Chi ha detto che è facile trovare l'amalgama? Le rose pletoriche sono una spesa per le società e creano problemi di gestione agli allenatori, tanto che molti ritengono i continui avvicendamenti dovuti al quieto vivere. Infine il turnover è necessario con l'arrivo della primavera e il caldo, quando sulle gambe c'è oltre metà campionato.
L'ultima novella riguarda le tre partite alla settimana, che non convince neppure Boris Becker se dice: "La pressione è quella che avverte il minatore che si spacca la schiena tutti i giorni per garantire tre pasti alla famiglia". Dove è scritto che non è possibile, se uno si allena e alimenta come si deve e, soprattutto, fa vita da atleta? Se Juric avesse schierato la miglior formazione e operato le sostituzioni con la squadra in vantaggio, non si sarebbe arrampicato sugli specchi per dichiarare: "La prova non mi ha deluso". Un'autentica boutade! Ma sarebbe stato semplice e le cose semplici sono le più difficili.
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