Béla Guttmann o Sacchi?

17.07.2023 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Béla Guttmann o Sacchi?

Un maestro ungherese, Béla Guttmann, allenatore del Benfica di Eusebio e Simoes, diceva: "Ecco una regola tanto elementare quanto disattesa: quando sei in possesso del pallone, smarcati; quando, invece, ce l'hanno i nemici, marca. Il calcio è tutto qui". Ho sempre pensato che qualsiasi allenatore sia in grado di mettere in campo una squadra. Ci saranno differenze, dettate come al solito dai calciatori. Ve lo dice chi, a quarant'anni, non l'aveva capito, se non provvedeva il capitano della Sampdoria. Se ho fatto bene quando ho avuto a che fare col proprietario o l'azionista di maggioranza e meno quando a comandare non era solo uno, ci sarà un motivo! Se, quando sono uscito per la terza volta dal calcio e ho confezionato, con amici, un annuario tecnico-statistico dove si poteva preparare anche la partita, ci sarà un motivo! Pertanto, se l'annuario costava 100 milioni all'anno, eravamo matti a costituire una società che non vendesse almeno 400 copie ai collezionisti e oltre 1.400 agli addetti ai lavori, al prezzo di 120mila lire?

Ebbene, se leggo che in tempi di mercato tutti sono alla ricerca dei grandi attaccanti, ma da soli non bastano, sono d'accordo. Ma quando Sacchi aggiunge: "Comprare l'attaccante è importante, ma ancor di più è avere un gioco d'attacco che lo metta nelle migliori condizioni per fare gol", non condivido. E come gli altri lo scoprono? Allenare è un conto, confezionare una squadra un altro. Se non avevi Riva e Boninsegna, che nella peggiore stagione assicuravano 40 gol, dovevi costruirne una che andasse a rete con altri piedi. Quindi attaccanti di movimento che non offrissero punti di riferimento e centrocampisti e difensori in grado di inserirsi, pronti a colpire, come suggeriva la carriera. Perché l'unica cosa che non si insegna è fare gol e chi è baciato da madre natura, o dal Signore, è un privilegiato.

Basta leggere i tabellini il lunedì per notare che in ogni categoria, nel 95% dei casi, sono i soliti a metterla dentro. Infatti se Barzagli, ottimo difensore, in 199 partite nella Juventus ha segnato un gol, non deve andare a saltare sulle palle inattive, al contrario di Bonucci e Chiellini. Se per vincere il campionato devo segnare x gol e subirne y, così se lotto per la salvezza, la squadra dovrà essere costruita, come si conviene, in partenza. In seguito ci si accorgerà se i numeri erano giusti. Ma i numeri, non gli schemi, utili sulle palle inattive, come insegnava Castagner, quando mandava l'osservatore a fotografare la disposizione dell'avversario di turno.  

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